Come dicevamo nel precedente articolo, nel 1721 il medico Eirini d’Eyrinis scrisse il saggio Dissertation sur l’asphalte ou ciment natural nel quale venivano ampiamente trattate le proprietà medicinali curative, antiparassitarie, disinfettanti dell’asfalto e dell’olio da esso ricavato. Congelamenti, scabbia, vaiolo ovino, ulcere, punture, tagli, abrasioni delle zampe dei cavalli: insomma, infinite patologie potevano essere in parte trattate con il bitume. Tanto che gli abitanti delle valli tedesche limitrofe alla Val Travers continuarono per molto tempo ad utilizzare l’olio estratto dalle rocce per preparare unguenti, frizioni antireumatiche e altre cure. Anche se in verità una grande efficacia dei medicinali prodotti nel laboratorio di Eirini non è mai stata dimostrata. Il bitume è senz’altro un ottimo materiale da costruzione per le sue ottime proprietà reologiche, la sua stabilità, la sua inerzia, l’assenza di tossicità. Decisamente più ristretto il suo interesse farmacologico poiché l’unico prodotto di largo uso ricavato dal bitume è l’ittiolo, antifiammatorio per acne e psoriasi.