Catrame e bitume sono la stessa cosa?

NO! Sono 2 prodotti diversi. Il catrame deriva dalla pirolisi del carbone mentre il bitume deriva dalla distillazione del greggio di petrolio. Il catrame è etichettato come prodotto cancerogeno (può provocare il cancro), il bitume è classificato come sostanza NON PERICOLOSA e non richiede alcuna etichettatura. In Italia non ci sono giacimenti di carbone (salvo in Sardegna) e nemmeno in tempi remoti si è fatto uso di catrame per realizzare manti stradali. Abbiamo sempre importato petrolio e tutti i nostri conglomerati sono bituminosi e quindi sono riciclabili.

Cosa differenzia un bitume tal quale da un bitume modificato?

Il bitume modificato si ottiene dall’interazione fra bitume e polimero, in un impianto speciale e in condizioni controllate. Un bitume è “modificato” quando il suo comportamento reologico e le caratteristiche che lo contraddistinguono sono tendenzialmente assimilabili a quelle del polimero modificante utilizzato, avendo contemporaneamente salvato tutte le proprietà leganti originali della base bituminosa. Un bitume modificato è quindi in grado di garantire prestazioni nettamente più elevate rispetto al bitume stradale normale sia in termini di resistenza che di durabilità. Tramite l’aggiunta di questi polimeri si ha infatti una maggiore resistenza alle alte e alle basse temperature (minore suscettibilità alle variazioni di temperatura), una migliorata resistenza all’invecchiamento, una migliorata resistenza alla fatica (deformazione per sollecitazione carichi), maggiori capacità elastiche.

Il “granulato di conglomerato bituminoso” è un rifiuto?

NO. Quando il “conglomerato bituminoso di recupero” (fresato d’asfalto) assume il nome di “granulato” significa che è stato sottoposto al trattamento di End of Waste (EoW) previsto dal DM 69/18 pertanto non è più un rifiuto ma è qualificabile come materiale riciclato da costruzione 

Un cumulo di “granulato di conglomerato bituminoso”, ha scadenza temporale?

NO. Al pari di qualsiasi altro tipo di inerte, non ha alcuna scadenza temporale e può essere depositato a cumulo come un aggregato convenzionale impiegato nella produzione di conglomerato bituminoso

Che differenza c’è tra i termini “conglomerato bituminoso” e “asfalto”?

Nessuna. In Italia, nel gergo comune utilizzato dagli operatori, sono la stessa cosa. “Asfalto” sta a conglomerato bituminoso così come “calcestruzzo” sta a conglomerato cementizio. Negli USA invece, il termine “asphalt” viene usato per riferirsi al bitume.

Che differenza c’è tra tecniche “a caldo” e tecniche” a freddo”?

Si definiscono tecniche a caldo tutte quelle modalità produttive che prevedono un preventivo riscaldamento degli aggregati. Sono quindi definite “a freddo” quelle modalità operative per cui gli aggregati restano a temperatura ambiente. Il riciclaggio in situ con schiumato, è una tecnica a freddo anche se il bitume per schiumare viene inizialmente portato a 180 °C. 

Il “conglomerato bituminoso prodotto e steso freddo, può essere marcato CE?

No, non essendoci una specifica tecnica armonizzata di riferimento, il conglomerato bituminoso a freddo non può essere marcato CE.

Esistono additivi per ringiovanire il bitume invecchiato?

Sì Esistono additivi rigeneranti che reintegrano parzialmente o totalmente le componenti chimico-fisiche del bitume ossidato presente nel conglomerato bituminoso di recupero, conferendogli maggiore lavorabilità e migliori prestazioni, più simili a quelle di un bitume di primo utilizzo.

Le violazioni In materia di marcatura CE dei prodotti impiegati nelle pavimentazioni stradali hanno risvolti penali?

Si Il Decreto Legislativo n.106/2017 prevede l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie e penali (compreso l’arresto) a carico delle figure che hanno commesso violazioni nell’ambito delle specifiche competenze (Progettista, Direttore dei lavori, Produttore, Esecutore, Collaudatore).