Nel 2021 il trend di crescita del mercato del bitume in Italia è volato alto ben oltre ogni previsione. Nonostante i primi segnali di aumento delle materie prime che hanno caratterizzato l’ultimo trimestre del 2021, le vendite di bitume in Italia sono aumentate del 12,4% rispetto all’anno precedente che era stato comunque un anno eccezionale. La ripresa economica, avviata lentamente nel 2018, si era fatta sempre più consistente negli anni a seguire e si è fortemente consolidata nel 2021 con incrementi significativi in tutte le produzioni.
Le vendite complessive del bitume in Italia nel 2021 registrano un incremento a due cifre pari al 12,4% per un totale di 1.870.000 t contro 1.664.000 t dell’anno precedente. Che il mercato Italia abbia fortemente “tirato”, lo dimostra anche la contrazione delle vendite all’estero. Il bitume venduto all’estero, è diminuito infatti del 6,9% (1.215.000 t contro 1.305.000 t del 2020) anche se resta una quota importante della nostra produzione (39,4%). L’import resta insignificante ed è ulteriormente diminuito a 33.000 t (-23,3%) più che dimezzandosi in un triennio. Il Paese, quindi, è tornato a produrre bitume prevalentemente per la propria economia interna.
Il bitume tradizionale per uso stradale ha registrato la performance più elevata (+15,7%) raggiungendo la quota di 1.228.000 t ed è salito anche il consumo di bitume industriale destinato alla produzione di membrane bituminose (+14,3% con una produzione di 280.000 t).
Più o meno stabile è rimasta invece la produzione di bitume modificato per uso stradale (+0,3%) che con 288.000 t segna comunque un nuovo record storico di vendite di un soffio superiore alla produzione dell’anno precedente (287.000 t). La produzione di bitume modificato per uso stradale è oggi pari al 18,3% di tutto il bitume tradizionalmente utilizzato per le strade in linea con le migliori performance europee
Anche le emulsioni bituminose segnano un bell’incremento del 10% portandosi a quota 110.00 t ma i margini di crescita per queste ultime sono molto più alti considerato l’orientamento della UE verso la sostenibilità ambientale. La maggior parte delle emulsioni bituminose prodotte in Italia, ancora oggi sono utilizzate per la mano d’attacco del conglomerato.
Segno positivo anche per la produzione di bitume ossidato (+6.3) rispetto all’anno precedente, sebbene il dato complessivo (17.000 t) sia ormai relativamente significativo confronto alle altre tipologie indicate.
Per ultimo parliamo del conglomerato bituminoso, principale prodotto del mercato e primario indicatore economico dell’andamento del settore stradale. La produzione di conglomerato bituminoso totale in Italia nel 2021 è risalita a 37.620.000 t con un +17,5% rispetto al 2020, superando le più rosee aspettative degli analisti.
Il nuovo record assoluto del decennio è dovuto ancora una volta alla forte attività di ANAS che ha investito notevolmente in appalti stradali ma anche al forte impulso dell’economia circolare che consente un recupero medio del 30% del fresato d’asfalto (più correttamente definito come conglomerato bituminoso di recupero) che a sua volta è causa di una forte riduzione dell’impiego di bitume vergine. In pratica, produciamo più conglomerato rispetto a passato utilizzando molto meno bitume vergine.
Purtroppo, però dobbiamo concludere con una nota dolente. La guerra in Ucraina, scoppiata alla fine di febbraio 2022 è fonte di grandi preoccupazioni per gli sviluppi imprevedibili che potrà avere e soprattutto perché getta un’ombra sinistra sul futuro della nostra economia che si era faticosamente risvegliata dopo un lungo periodo di stagnazione. I costi delle materie prime e soprattutto i costi energetici sono schizzati talmente in alto da generare tensioni altissime tra le imprese e le stazioni appaltanti e i lavori stradali si stanno fermando un po’ ovunque. I dati di vendita del bitume nel primo trimestre 2022 già lo dimostrano (-27,4%).