Il Presidente SITEB Alessandro Pesaresi è intervenuto nei giorni scorsi al convegno “Sostenibilità e reati ambientali: criticità e proposte di riforma”, promosso presso la Reggia di Venaria Reale nell’ambito dei lavori del G7 Clima, energia e ambiente.

L’evento, che avviene sotto la Presidenza italiana assunta a inizio anno, ha visto, tra gli altri, l’intervento di Vannia Gava – Vice Ministro Ambiente e sicurezza energetica e le conclusioni affidate a Jacopo Morrone – Presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.

L’intervento di Pesaresi, ripreso poi anche dal Vice Ministro Gava, ha toccato il tema dell’end of waste e del riciclo del fresato d’asfalto evidenziando come “gli strumenti di pianificazione del territorio delle Autorità di controllo non hanno seguito la stessa rapidità di evoluzione delle prassi di recupero dei rifiuti, quanto meno di quelli inerti. Gli impianti di recupero del fresato d’asfalto oggi lavorano materiali che non inquinano, come dimostra il gran numero di analisi eseguite negli ultimi 20 anni. Eppure i Piani di programmazione dello sviluppo del territorio correlano ad ogni tipo di rifiuto un rischio di contaminazione che prescinde dalla tipologia dello stesso e dalla sua capacità di inquinare. L’eccesso di cautela di questi Piani finisce per ostacolare l’impulso al riciclo, non consentendo l’adeguato sviluppo di impianti. In molti casi i vincoli ambientali impediscono l’ampliamento di aree di deposito e stoccaggio. Tutti limiti, questi, che rendono necessaria una riscrittura di questi piani da parte delle Istituzioni per centrare gli obiettivi di riciclo dettati a livello europeo”.


SITEB ha calcolato che l’impiego del 30% del fresato nel totale di 35 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso prodotto nel 2023, ha evitato l’utilizzo di 10 milioni di tonnellate di inerti e 420.000 tonnellate di bitume vergine, per un valore economico complessivo di 440 milioni di euro in un solo anno.