La versione di riferimento per lo standard EN 12591 che specifica i requisiti tecnici per i bitumi stradali puri rimane ancora quella datata 2010. Infatti, la versione revisionata dal comitato tecnico CEN 336 dedicato al bitume ed approvata nell’agosto 2017 all’unanimità da parte degli enti di normazione nazionali di tutti i paesi, non è stata ancora pubblicata né citata sull’organo ufficiale (OJEU).
Questa mancata citazione decreta, dunque, che rimane effettivamente in vigore e riferimento per il Marchio CE la precedente edizione.
Un ritardo che comporta alcune criticità, considerato che la versione aggiornata contiene alcuni aggiornamenti tecnici migliorativi e include delle proposte di valutazione di tipo prestazionale, che dovrebbero rappresentare un passo in avanti, spingendo gli operatori a testarle.
Nel draft aggiornato infatti sono introdotte la richiesta della temperatura alla quale il bitume presenta un valore minimo di modulo complesso, dopo prova di invecchiamento sottile RTFOT, e misure a basse temperature di rigidità (resistenza ai carichi permanenti) e il coefficiente “m”, cioè la variazione della rigidezza nel tempo. Si tratta di determinazioni correlate alla capacità del legante di rispondere elasticamente ai carichi imposti, a seconda delle temperature di esercizio (addressing temperature sensitive).
Nella medesima situazione di stallo sono anche le norme di prodotto EN 13924-1 bitumi duri (esempio gradazione 10/20) e EN 13924-2 bitumi “multigrade”, approvate e pubblicate ma non ancora citate sull’OJEU.
Per queste due norme di prodotto, la mancata citazione comporta criticità notevoli, in quanto per la prima la marcatura CE è riferita alla vecchia versione dello standard (EN13924), che però è incompleta e di fatto superata nella prati- ca, generando continue discussioni di interpretazione fra Notified Bodies, produttori ed utilizzatori; mentre per i bitumi multigradi addirittura il Marchio CE non è possibile visto che quella definita è la prima versione.
Procede nei tempi la revisione della norma EN 14023 che riguarda i bitumi modificati con polimeri, attesa per il 2020. L’attuale draft in discussione prevede l’introduzione della prova Multiple Stress Creep Recovery, per valutare la resistenza alle deformazioni permanenti: il metodo, ampiamente sperimentato a livello di istituti di ricerca, consente di determinare il recupero di deformazione dopo una prova di creep, determinando il valore della componente elastica del bitume e della sua risposta agli sforzi applicati. Tuttavia, mentre in una prima versione era prevista dopo prova RTFOT, si è deciso di determinarla sul bitume fresco, perdendo, ad avviso del gruppo tecnico italiano, una parte del valore prestazionale.
È anche prevista l’introduzione dell’utilizzo dei test per la valutazione dell’invecchiamento a  lungo termine secondo metodo PAV (EN 14769), la determinazione del modulo complesso con DSR (EN 14770, e la determinazione della flexural creep stiffness con l’apparecchiatura Bending Beam Rheometer EN 14 771 (BBR): l’introduzione di tali metodologie, assieme ai preesistenti metodi per la determinazione del recupero elastico (EN 13398), dell’energia di coesione (EN 13589 Force
Ductility) e stabilità allo stoccaggio (EN13399), fanno della norma di prodotto EN 14023 di fatto una specifica di tipo prestazionale.