Silvestro Petrini è colui al quale si deve la scoperta di alcune miniere d’asfalto nelle contrade Manopello e San Valentino. Siamo in Abruzzo, precisamente nel versante oreintale della Majella, ricco di rocce asfaltiche già sfruttate in epoca Romana.

Nel 1844 Petrini impianta una piccola industria dove si estrae bitume e lo si raffina fino a trasformarlo in petrolio. Imprigionato dal governo borbonico, potrà riprendere la sua attività solo dopo l’Unità d’Italia. Il figlio Ruggero progetta e dirige l’impianto presso la borgata Scafa di San Valentino, fortemente voluto dalla fondazione Anglo-Italian Mineral Oil and Bitumen Company costituitasi nel 1837 a Londra.

Usando forni da lui progettati Ruggero Petrini estrae il bitume dalla roccia, impiegando come combustibile il minerale stesso e fa acquistare altre miniere alla società. Nel 1889 L’ingegnere Adolfo Reh mette gli occhi sulle miniere abruzzesi e, dopo aver testato la qualità dell’asfalto della Majella in una pavimentazione di Berlino, acquista tutte le concessioni minerarie in loco. Solo dopo la prima guerra mondiale, L’Italia si riappropierà delle società minerarie, costituendo la SAMA (Società Abruzzese Miniere Asfalti) con azionisiti in maggioranza abruzzesi.