Secondo la rivista “Nature” (n° 380, pg. 336, 1996) i primi impieghi del bitume da parte dell’uomo risalirebbero addirittura al medio paleolitico, ovvero a circa 42.000 anni addietro.
Anticamente il bitume era infatti reperibile in natura, nelle pozze ove affiorava il petrolio di giacimenti superficiali, ovviamente e perlopiù in medio oriente; solo col tempo, quello “a portata di mano” è finito, e si è cominciato a ricercarlo più in profondità. L’uomo imparò ben presto, quindi, ad utilizzare a proprio vantaggio le particolari caratteristiche di questa insolita materia nera, che fu perfino utilizzata come una medicina e spalmata sulla pelle per curarne alcune malattie, o come arma, combinato con lo zolfo nel famigerato “Fuoco Greco” tanto usato dai Bizantini.
Ma gli usi più comuni e noti erano ovviamente altri, la presenza del bitume come legante tra un mattone e l’altro, ad esempio, caratterizza le imponenti costruzioni mesopotamiche di Ur, Lagash e Babilonia, ma anche alcune egizie di Tebe; costruzioni spesso magnificamente conservate e che risalgono fino a 6.000 anni addietro (complimenti anche al legante!).
Risultando particolarmente tenace e duraturo come adesivo, era impiegato anche per incollare a mura e palazzi decorazioni in maiolica o pietre. Gli occhi in vetro o in pietre dure di tante statue erano incollati proprio con il bitume.
Ma nella produzione artistica dell’umanità questo materiale non fu solo un predecessore del “Bostik”, quanto anche una preziosa materia prima: nello splendido museo egizio di Torino si ammira infatti l’elegantissimo sarcofago del dignitario egizio Kha, realizzato a due soli colori: nero e oro, entrambi straordinariamente lucidi; il nero non è altro che asfalto accuratamente lisciato e lucidato.
Tra l’altro l’uso del bitume era importante anche “dentro” ai sarcofagi egizi, nella mummia, per l’allora indispensabile conservazione eterna del defunto; e anche attorno al sarcofago ritroviamo il bitume a sigillare anfore piene di grano e strane scatole di terracotta contenenti carne ed altri alimenti (“tupperware” millennari?) perché al defunto non mancasse cibo durante il lungo viaggio verso l’aldilà. E qui emerge la vera e importante qualità del bitume, quella di essere il più antico materiale a disposizione dell’uomo per impermeabilizzare e sigillare.
Sempre restando in Egitto, come ci impone questa zoommata nella più antica storia del bitume, troviamo infatti questo uso documentato dalla Bibbia: “… la donna prese un cestello di papiro, lo spalmò di bitume, vi mise dentro il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo…” il bambino, l’avrete riconosciuto, era Mosé.
Ma molto prima di lui l’umanità si era già affidata al bitume per salvare sé stessa e ogni specie vivente dall’acqua del Diluvio Universale: “… fatti un’arca di legno di cipresso, dividerai l’arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori…”. L’acqua, appunto, un elemento indispensabile per la vita e per lo sviluppo della civiltà (come la capacità di controllare e utilizzare il fuoco), che il bitume ha aiutato in molti modi a controllare e gestire: ad esempio calatafando le imbarcazioni perché sull’acqua galleggiassero, rendendo più semplici e veloci i trasporti che potevano così “tagliare” il tragitto attraverso fiumi e mari (immaginatevi Brindisi/Grecia via terra… molto meglio avere idee che galleggino!) e facilitare quell’importante attività di comunicazione e scambio di cose ed idee che è stato il commercio.
Ma anche lasciando stare specifiche categorie e specializzazioni, come marinai, pescatori e navigatori, il bitume ha costituito un indispensabile elemento di civiltà e comfort garantendo case impermeabili e asciutte. Un uso estremamente importante, e oggi ancor più evoluto e diffuso, di cui parliamo in modo più approfondito e aggiornato in un altro articolo che troverete in buonasfalto. Quello che ci preme considerare, in conclusione, è che il bitume è stato ed è un utile elemento naturale.
Quello che usiamo oggi è prodotto dal petrolio, ma non è diverso da quello che si utilizzava quarantamila anni fa, prodotto dalla natura ma sempre ed ugualmente dal petrolio. Se tante generazioni di uomini lo hanno estratto, commerciato, lavorato, spalmato, lucidato e perfino tenuto in casa come soprammobile, o addirittura come pavimento; se vi hanno affidato le loro vite in mare (e quelle di bambini come Mosé) se vi hanno conservato il cibo (solo per i defunti?) e ci hanno impermeabilizzato i tetti sotto cui dormivano con la famiglia, forse vuol dire che è un prodotto sufficientemente testato e di cui possiamo fidarci.