Costi energetici e caro materie prime impediscono alle imprese stradali di procedere con i lavori.

A poco servono i provvedimenti varati dal Governo, validi solo per le nuove opere appaltate dal 27 gennaio 2022, mentre per quelle appaltate in precedenza, ma che devono essere ancora eseguite, nulla è previsto. Non solo, nulla è previsto nemmeno per i maggiori costi energetici (energia elettrica e soprattutto gas metano) necessari per produrre il conglomerato bituminoso, passati in poche settimane da 1-2 euro a tonnellata e 13-14. La crisi ucraina si fa sentire sui tutti i prodotti di origine fossile e le stazioni appaltanti non possono ignorare tali aumenti. Occorre rinegoziare tutti i contratti sulla base dei nuovi listini perché il “rischio d’impresa” è cosa diversa oppure approntare dei veri ristori, almeno per la durata dell’emergenza. In caso contrario le imprese dovranno chiudere gli impianti e fermarsi perché non è possibile lavorare in perdita.

Allegato: comunicato stampa diramato oggi (8 marzo) da SITEB

 

 

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