di Marco Morino
Lettera appello dell’Associazione a Giovannini e a 80 principali stazioni appaltanti di opere stradali
L’aumento smisurato dei costi delle materie prime e dell’energia sta creando una situazione di profonda difficoltà alle imprese che si occupano, a vario titolo, di strade e impermeabilizzazioni, in particolare produttori di bitume e conglomerati bituminosi (asfalto), costruttori di macchinari, produttori di membrane bituminose. Molte di queste imprese sarebbero a un passo dal fallimento. Lo denuncia il SITEB (Strade italiane e bitumi) l’Associazione di categoria alla quale aderiscono oltre 250 aziende.
Secondo il SITEB <<i produttori di conglomerati bituminosi sono estranei a qualsiasi compensazione per il caro materiali e il caro energia, essendo totalmente abbandonati a sé stessi>>. Per richiamare l’attenzione sul momento drammatico che sta vivendo il comparto, SITEB ha inviato una lettera-appello, che il sole 24 ore ha potuto leggere, al Ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini e a 80 principali stazioni appaltanti di lavori stradali: Anas, concessionarie autostradali, grandi comuni italiani, aeroporti e autorità portuali. Va precisato che nel 2021 il settore si era appena risvegliato dopo anni di crisi e di costante assenza di investimenti in manutenzione stradale. Non a caso si è parlato a lungo di allarme buche per le strade italiane. Lo scorso anno la produzione di bitume in Italia si è attestata intorno a 35 milioni di tonnellate, con un +10% rispetto al 2020, una crescita robusta rispetto al 2016, quando le attività di costruzione e manutenzione stradale avevano toccato il fondo, con sole 22.3 milioni di tonnellate di asfalto. Si stima che gli addetti direttamente coinvolti nelle attività di manutenzione stradale siano 35mila (500mila con l’indotto).
Ora però il rialzo esponenziale dei prezzi dell’energia (gas, elettricità) e delle materie prime compromette la ripresa dell’anno 2022, perché il contesto economico è mutato drammaticamente rispetto al periodo in cui le aziende della filiera presentarono le proprie offerte di gara. Da ciò sono derivati oneri pesantemente superiori rispetto a quelli previsti inizialmente. Esempio il costo del gas metano ha incidenza economica nella produzione del conglomerato bituminoso che è passata in pochi mesi da 2-3 euro a tonnellata agli attuali 12-13 euro. E il bitume, prodotto essenziale per la costruzione e manutenzione delle strade e per le opere di impermeabilizzazione, è aumentato del 65% rispetto a marzo 2021. Tutto ciò si legge nella lettera, porterà a rischio fallimento numerose imprese, mettendo altresì in grave pericolo la puntuale e tempestiva esecuzione delle opere previste dal PNRR.
La lettera di SITEB si chiude con una serie di proposte salva imprese, tra cui un contributo per l’emergenza energetica e la revisione delle soglie applicate al meccanismo di compensazione per il caro materiali, valido anche per i lavori stipulati in passato e non ancora eseguiti o in esecuzione.
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Articolo completo Sole 24 Ore),