Continua la fase di espansione degli appalti «di carta», mentre i cantieri sono ancora fermi. Il governo ha confermato nell’aggiornamento del Def l’ennesima riduzione della spesa in investimenti pubblici per il 2018 (a dispetto delle previsioni di crescita fatte fino a maggio dal precedente governo), ma l’anno appena concluso ha fatto registrare un boom dei bandi di gara delle stazioni appaltanti, con un incremento del 25% per importo rispetto al 2017:29,7 miliardi contro 23,7. A diffondere questi dati è stato il Cresme, istituto di ricerca del mondo dell’edilizia. Il mese di dicembre ha segnato un risultato mensile storico, sono stati pubblicati 3.140 bandi per 6,7 miliardi di euro, quasi il doppio di quanto messo in gara nel dicembre 2017. Crescono tutte le classi dimensionali di opere bandite, con l’eccezione di quella più grandi, sopra i 50 milioni (-4,7%), mentre il picco è raggiunto con le opere medio-alte fra 15 e 50 milioni di euro che hanno registrato una crescita del 74%. A spingere più forte sono stati i mercati più tradizionali e in particolare gli appalti di sola esecuzione (+113%) che fanno largamente ricorso al criterio del massimo ribasso e quindi scontano meno le difficoltà collegate alla composizione delle commissioni aggiudicatrici. I grandi enti di spesa hanno registrato tutti picchi alti di crescita delle aggiudicazioni: +97% i comuni, +162% le Fs, +115% le concessionarie autostradali. Unico grande committente ancora fermo è l’Anas (-2,3%). Un segnale che fa ben sperare per una ripresa effettiva della spesa nel 2019.